Come destinare i risparmi in banca a un erede specifico

Cointestazione, testamento e assicurazioni sulla vita: le tre strategie per evitare che i soldi sul conto possano essere presi dagli altri eredi. 

Quando si tratta di proteggere i propri risparmi e garantire che vadano all’ereditiere desiderato, esistono diverse opzioni che possono essere adottate. Nel presente articolo, esamineremo tre delle strategie più comuni che ti indicheranno come destinare i risparmi in banca a un erede specifico: la cointestazione del conto corrente, la redazione di un testamento e la stipulazione di una polizza assicurativa sulla vita.

Vedremo dunque come evitare che i soldi sul conto possano essere presi da eredi sgraditi e indesiderati al defunto. Ma procediamo con ordine.

Cointestazione del conto corrente

La cointestazione del conto corrente è un metodo efficace per garantire che una persona specifica riceva una quota dei risparmi in banca alla morte del titolare del conto. 

Quando un conto corrente è cointestato, metà del saldo del conto viene automaticamente assegnato al cointestatario superstite, mentre l’altra metà sarà soggetta alla successione. Ciò vuol dire che il 50% dei soldi presenti in banca restano di proprietà del cointestatario mentre l’altro 50% viene destinato agli eredi. Ma c’è una differenza: se gli eredi possono prendere possesso delle somme solo dopo aver presentato la dichiarazione di successione alla banca, tale onere non può essere imposto al cointestatario il quale può fare subito prelievi, anche immediatamente dopo la morte dell’altro titolare del conto, senza che la banca possa bloccarlo. 

Per cointestare un conto corrente non bisogna far altro che recarsi in banca con il nuovo cointestatario e sottoscrivere gli appositi moduli predisposti dalla filiale.

Si tenga conto che la cointestazione del conto corrente costituisce una donazione della metà della somma presente sul conto, a meno che le parti non stabiliscano una diversa ripartizione (ad esempio 60% e 40%, 70% e 30%, ecc.).

Gli altri eredi potrebbero dimostrare che la cointestazione è una simulazione e che non manifesta ad alcuna volontà di donazione. È ciò che succede quando il conto corrente è alimentato solo da uno dei die cointestatari. Si pensi al padre che cointesta alla figlia il conto su cui viene accreditata soltanto la sua pensione: un comportamento del genere potrebbe essere determinato da finalità diverse dalla generosità, come ad esempio avere una persona che aiuti nell’amministrazione del denaro e nelle spese.

Un padre cointesta il conto corrente con la figlia, in modo che al momento della sua morte, metà del saldo del conto vada direttamente a lei. Gli altri eredi potrebbero contestare questa disposizione se riescono a dimostrare che la cointestazione è stata effettuata solo a scopo di simulazione.

Redazione di un testamento

Il testamento è uno strumento che permette al testatore di indicare chiaramente come desidera che i propri beni, inclusi i risparmi in banca, siano distribuiti tra gli eredi. Un testamento può essere utilizzato per assegnare specificatamente i soldi del conto corrente a un erede particolare, come il coniuge o un figlio. Tuttavia, è importante ricordare che gli eredi legittimari (coniuge, figli o, in loro assenza, i genitori) hanno sempre diritto a una quota minima del patrimonio del defunto. Quindi non possono essere diseredati. Bisognerà riservare loro qualche altro bene (ad esempio dei beni mobili, delle polizze, dei titoli di investimento, un immobile, ecc.).

Una madre redige un testamento in cui assegna l’intero saldo del suo conto corrente alla figlia minore. Tuttavia, il testamento deve anche prevedere una disposizione adeguata per soddisfare le quote minime previste dal codice civile per gli altri eredi legittimari.

Stipulazione di una polizza assicurativa sulla vita

La stipulazione di una polizza assicurativa sulla vita è un altro modo per garantire che i risparmi vadano a un erede specifico. Nominando un beneficiario nella polizza, si garantisce che la somma assicurata non sia soggetta alla divisione tra gli eredi, in quanto non fa parte dell’asse ereditario. Tuttavia, è importante sottoscrivere la polizza prima che si verifichi il rischio morte, altrimenti le compagnie assicurative potrebbero rifiutare la stipula del contratto.

Un uomo stipula una polizza assicurativa sulla vita e nomina sua moglie come beneficiaria. Alla sua morte, la somma assicurata verrà pagata direttamente alla moglie, senza essere soggetta alla divisione tra gli altri eredi. Questo metodo richiede una pianificazione anticipata e la stipula del contratto prima che si manifesti il rischio morte.

Conclusioni

In sintesi, esistono diverse strategie per assicurarsi che i risparmi in banca vadano all’ereditiere desiderato: cointestazione del conto corrente, redazione di un testamento e stipulazione di una polizza assicurativa sulla vita. Ognuna di queste opzioni ha i suoi vantaggi e limitazioni e può essere adatta a situazioni diverse.

A chi vanno i soldi del conto corrente? 

Quando un titolare di conto corrente muore senza lasciare un testamento che stabilisca la ripartizione dei propri beni tra gli eredi, il codice civile interviene per determinare la divisione del patrimonio in base alle percentuali stabilite dalla legge.

Immaginiamo una situazione in cui il defunto abbia un coniuge e dei figli: altri parenti saranno esclusi dalla successione. Se vi è un unico figlio, metà dell’eredità verrà assegnata al coniuge superstite, che riceverà anche il diritto di abitazione sulla casa familiare, mentre l’altra metà spetterà al figlio. Se, invece, sono presenti più figli, il coniuge riceverà un terzo dell’eredità, mentre i restanti due terzi saranno suddivisi equamente tra i figli.

Supponiamo ora che il defunto sia stato sposato due volte: il primo coniuge non erediterà nulla a causa del divorzio, che annulla ogni diritto di successione. Tuttavia, i figli nati dal primo matrimonio avranno gli stessi diritti ereditari dei figli nati dal secondo matrimonio.

Se il defunto lascia un testamento, sarà lui a determinare la ripartizione dei beni, a condizione che rispetti le quote minime di eredità stabilite dalla legge per i cosiddetti “legittimari” (coniuge, figli o, in mancanza di questi, genitori).

Anche i fondi sul conto corrente seguono queste regole e vengono divisi tra gli eredi in caso di mancanza di testamento. È importante notare che, non appena la banca viene informata della morte del cliente, il conto corrente viene bloccato, impedendo ai familiari di effettuare prelievi o chiudere il conto. Ciò avviene in attesa della presentazione della dichiarazione di successione, che identifica tutti gli eredi e permette alla banca di liquidare la quota di ciascuno. Tuttavia, prima di tale adempimento, con il consenso di tutti gli eredi, è possibile prelevare dal conto le somme necessarie per coprire le spese funebri.

Un avvertimento: se, dopo la morte del titolare del conto, qualcuno utilizza le sue carte bancomat per prelevare contanti dal bancomat o allo sportello, compie un atto considerato come accettazione tacita dell’eredità. Di conseguenza, in futuro, non potrà più rinunciare all’eredità o accettarla con beneficio di inventario.

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